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smalti
raku smaltato, 14 x 14 x 52 cm
Figlio del Toro di Creta e di Pasifae, regina dell’isola, era un essere mostruoso e feroce, con il corpo di un uomoe la testa di un toro che nacque per volere di Poseidone per punire il re Minosse.
E ‘n su la punta de la rotta lacca
L’infamia di Creti era distesa
Che fu concetta ne la falsa vacca.
(canto XII dell’Inferno)
Dante lo colloca alla guardia del girone infernale del cerchio dei violenti in quanto simboleggia la parte istintiva e bestiale della mente umana, quella che ci rende inconsapevoli. I violenti sono proprio quelli che peccano cedendo all’istinto e non seguono la ragione.
La creatura mitica non è altro che l’alter ego di Teseo.
La lotta tra i due, con l’elemento ideale e simbolico del Labirinto implicito nel racconto del mito, non è altro che una sorta di rito di passaggio.
Qui Teseo è rappresentato mentre sovrasta il Minotauro battuto, ma è come se l’eroe finalmente si fosse tolto la maschera: la rappresentazione teatrale è finita si torna alla vita.